© Lorem ipsum dolor sit Nulla in mollit
pariatur in, est ut dolor eu eiusmod lorem
Quando correvo
su e giù per
l’Italia dietro ai
Litfiba
(edizioni Il Foglio, 2014)
Non amo i libri autobiografici, li tollero unicamente di grandi
personaggi e leggo solo quelli scritti dai miei beniamini,
scrittori, musicisti e attori che amo e seguo. Non ho mai tenuto
un diario né ho mai pensato di scrivere le mie memorie. Non
sono un personaggio né persona cos interessante da
intrattenere con il racconto della mia vita. Niente di più banale
e noioso. Sarebbe anche presuntuoso e questo non voglio che
sia. Eppure c’è un periodo della mia vita che vorrei mettere
nero su bianco, solo per ripensarlo con ironia e raccontarlo.
Ora ho deciso che il momento di scrivere di quegli anni con
affetto è arrivato e di rispondere all’insistente domanda che mi
si rivolge da allora. “Dai perché non scrivi qualcosa su quegli
anni passati dietro ai Litfiba? Ma perché scrivere un libro su
quegli anni? A chi può interessare? Non lo so. Ho solo voglia di
ricordare quei brividi, quelle fughe da casa, in un’epoca dove
non c’erano telefonini, skype, internet, i-pod, i-pad, wifi, né
facebook, post o tag. Forse questa è la mia maniera un po’
demodé di condividere ancora una volta quelle scorribande
con chi avrà la compiacenza di leggere tra le righe l’affetto che
nutro ancora per la mia gioventù, dalla quale sono strafelice di
essere uscita, e per quei signori fiorentini che tanto hanno
ispirato. Ma ci tengo a precisare un cosa, fin dalla prima
pagina: questo non è un viaggio nella nostalgia. È l’occasione
per celebrare una band tanto amata che, dopo più di trent’anni
e tante peripezie, è ancora on the road. Voglio ricordare quel
periodo come un privilegio, quello di conoscere e seguire da
vicino, per mezza penisola, un gruppo che con la sua musica
mi ha aperto la via verso nuove direzioni.