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Cassola ritrovato
(edizioni Il Foglio, 2018)
A 100 anni dalla nascita e a 30 dalla morte, Carlo Cassola è il
primo della lista dei più dimenticati della letteratura italiana,
anche più di Silone, di Pratolini, di Pavese, di Bassani, di
Bianciardi, di Alvaro, di Vittorini, di Arpino, di Berto e altri
ancora. Oggi è ingiustamente dimenticato ma quarant’anni fa
Cassola è stato uno scrittore popolare che potrebbe ancora
attrarre tanti lettori grazie all’intensità delle sue opere. Di fatto,
egli è un autore antico, nell’accezione positiva del termine: i
luoghi, le metafore, le tematiche, i personaggi, le atmosfere e
ancora il tratto essenziale, la passione genuina, la tensione, la
spiritualità, le scelte: tutto si fonde nel passato con sfumature
oniriche. In Cassola è presente un corollario che dimostra
come l’autore non abbia mai accettato condizionamenti
stilistici né concettuali. Maestro della narrativa essenziale,
artista anticonformista e controcorrente, pagò a caro prezzo
questa sua scelta libera e fu isolato e dimenticato, già in vita,
persino dai suoi stessi colleghi scrittori.